Terapia On-line: Pregiudizi, vantaggi e riflessioni.

All’interno della cornice pandemica si è fatta strada la necessità di uscire dalla consuetudine e di creare una stanza delle parole virtuale.

Inizialmente questa possibilità ha incontrato resistenze e perplessità sul piano relazionale e pratico. I pazienti portavano il loro disagio nel parlare di sé dinanzi ad uno schermo e nell’utilizzo degli strumenti, il timore di non sentirsi accolti e ancor più rilevante, mettevano in dubbio l’efficacia terapeutica. A questo si aggiungeva una difficoltà organizzativa nel potersi ritagliare un tempo personale all’interno della quotidianità familiare, nell’avere una connessione stabile, nell’individuare uno spazio fisico in cui poter preservare la propria privacy.

Tali pregiudizi, comprensibili e condivisibili, si basavano su ciò che ciascuno di noi aveva a disposizione allora. 

La seconda ondata con le conseguenti restrizioni ha portato a rivedere queste posizioni sia all’interno della comunità degli psicoterapeuti che da parte della popolazione.

Il potersi vedere senza la mascherina, il sentirsi sicuri entro le mura di casa senza il timore del contagio per sé o per i propri cari, il risparmio di tempo e denaro negli spostamenti, l’abitudine a prendersi cura delle proprie relazioni da remoto, ha permesso di aderire alla psicoterapia telematica, abbattendone gli iniziali pregiudizi. 

Pur privilegiando la terapia in presenza, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia ho sostenuto diverse persone in questa modalità e la ritengo una valida e preziosa alternativa di sostegno. Anche virtualmente, è stato infatti possibile creare un clima di alleanza produttivo e orientato agli obiettivi clinici.

La relazione non ha subito variazioni in termini di qualità, condivisione, comprensione degli stati mentali ed emotivi. Inoltre, questo canale ha consentito e consente di mantenere la costanza degli incontri anche in caso di positività al coronavirus, di quarantena fiduciaria e di poter accogliere in terapia tutte quelle persone che non possono spostarsi dal proprio domicilio per ragioni pratiche (divieti legislativi, assenza di patente) o mediche (gravidanze a rischio che necessitano di riposo).

La letteratura sostiene le osservazioni personali, non evidenziando differenze nell’efficacia con la terapia tradizionale. Sesso femminile, aspettative alte sulla terapia, disponibilità di tempo e personalizzazione del trattamento risultano essere predittori di una più alta aderenza al setting telematico.

Gli studi attuali sono quindi concordi nel sostenere che la funzione di cura, supporto ed intervento, anche in termini di relazione, sicurezza ed empatia rimangono preservati e considerano la terapia online una valida opportunità di supporto psicologico professionale, sicura ed efficace.

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